\paperw8790 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Il fascismo e la guerra lasciarono allÆItalia una pesante ereditα: una situazione economica assai grave; la frattura venuta a cr
earsi con la divisione politica e militare del paese durante il periodo della Resistenza, che aveva portato il Nord grazie al movimento di lotta contro il nazifascismo su posizioni pi∙ radicali e progressiste che non il Sud, dove la presenza del governo
e della monarchia avevano assicurato la continuitα delle vecchie strutture dello stato; la realtα dei partiti antifascisti, con le loro organizzazioni in via di consolidamento, i quali non erano in grado, in assenza di elezioni generali, di conoscere i r
eciproci rapporti di forza nonchΘ gli orientamenti di fondo del paese. A ci≥ si deve aggiungere lÆinfluenza della amministrazione militare alleata che condizion≥ pesantemente il clima politico ponendosi a garanzia dei partiti moderati.\par
La situazione
economica, pur essendo migliore di quella di altri paesi europei, era comunque assai pesante. Fortemente ridotta la capacitα produttiva dellÆapparato industriale; impoverita lÆagricoltura; danneggiata la rete dei trasporti e il patrimonio edilizio: di f
ronte a questa realtα nΘ lo stato nΘ i privati erano in grado di avviare una seria ripresa per mancanza di capitali.\par
Anche per affrontare questi problemi era pi∙ che mai urgente definire il tipo di direzione politica e sociale da dare al paese. E in
ultima analisi prevalse sulle aspirazioni a un profondo rinnovamento del paese, diffuse prevalentemente al Nord, lÆorientamento moderato proveniente dal Sud che port≥ ben presto alla ricostituzione del vecchio stato, di cui si afferm≥ la ôcontinuitαö co
ntro ogni proposito di rottura da parte delle forze di sinistra. I partiti politici, infine, attendevano le elezioni che avrebbero decretato la vittoria dellÆuno o dellÆaltro orientamento. Con la liberazione, Bonomi dovette cedere il potere a un governo
pi∙ rappresentativo delle forze politiche in gioco. Da un compromesso tra i maggiori partiti usc∞ la designazione di F. Parri (giugno-novembre 1945) il cui governo dur≥ in carica pochi mesi per il venir meno dellÆappoggio di democristiani e liberali al s
uo programma di politica economica, giudicato troppo sbilanciato a sinistra. Segu∞ il primo ministero di A. De Gasperi (dicembre 1945-luglio 1946) che attu≥ energicamente una svolta moderata. Forte del fatto che dal 1░ gennaio 1946 gli Alleati avevano re
stituito alle autoritα italiane lÆamministrazione dellÆItalia del Nord, De Gasperi provvide subito a eliminare i prefetti e i questori nominati dai CLN allÆatto della liberazione, reintegrando a pieno titolo la burocrazia centrale, e si affrett≥ a chiude
re il processo di epurazione dei fascisti, con lÆadesione dello stesso PCI e con soddisfazione delle forze moderate e anche degli Alleati.\par
Un avvenimento importante furono le elezioni amministrative svoltesi nella primavera del 1946, poichΘ per la p
rima volta consentirono di quantificare il consenso per ciascun partito. Si affermarono come grandi partiti di massa la Democrazia cristiana, il Partito socialista e il Partito comunista. Il 2 giugno 1946 si tennero le elezioni per lÆAssemblea costituent
e e il referendum per la scelta della forma istituzionale, monarchia o repubblica. Le prime confermarono nella sostanza i risultati delle amministrative: i tre grandi partiti raccolsero, infatti, da soli il 75% dei suffragi. La Democrazia cristiana ebbe
una forte affermazione in tutta Italia (35,2%) anche grazie allÆappoggio della Chiesa cattolica schieratasi in modo massiccio al suo fianco; ai socialisti (20,7%) e ai comunisti (19%), invece, and≥ prevalentemente il voto del proletariato industriale e a
gricolo dellÆItalia centro-settentrionale. Una bruciante sconfitta sub∞ il Partito dÆazione (1,5%), che aveva avuto un ruolo di primo piano nella Resistenza e vantava tra le sue file molti degli intellettuali e politici di maggior prestigio. E fortemente
ridimensionato usc∞ il Partito liberale (6,8%), che era stato al potere per i primi cinquantÆanni dello stato unitario.\par
Il referendum istituzionale port≥ alla fine della monarchia nonostante Vittorio Emanuele III il 9 maggio, con una mossa atta a s
gomberare il terreno dalla sua persona compromessa con il fascismo, avesse abdicato a favore del figlio Umberto. I voti per la repubblica furono 12.717.923; quelli per la monarchia 10.719.284, rispettivamente il 54,3% e il 45,7%. Il 28 giugno venne elett
o presidente provvisorio della Repubblica il liberale indipendente De Nicola. Primo presidente eletto dalle Camere (11 maggio 1948) dopo il varo della costituzione sarebbe stato il liberale L. Einaudi. Dopo le elezioni si form≥ il secondo ministero De Ga
speri (luglio 1946-febbraio 1947), lÆultimo retto da una coalizione tra partiti di centro (DC, PRI) e di sinistra (PCI, PSIUP). Nel frattempo lÆAssemblea costituente aveva iniziato i lavori per dare al paese una nuova carta costituzionale.\par
Particola
re valore ebbe, per le conseguenze che ne sarebbero derivate, la discussione dellÆart. 7 che doveva sancire lÆinserimento nella costituzione degli accordi del Laterano, cioΦ il concordato del 1929 fra la Chiesa cattolica e lo stato fascista. Di fronte al
la minaccia di De Gasperi di sottoporre il testo costituzionale a referendum nel caso lÆarticolo non venisse approvato e nel timore di una rottura della coalizione, Togliatti annunci≥ il voto favorevole del suo partito. Con lÆopposizione di socialisti, r
epubblicani e azionisti, il 25 marzo 1947 entr≥ nel testo costituzionale il concordato che riconosceva alla Chiesa cattolica una condizione di privilegio sulle altre confessioni religiose.\par
Ma proprio mentre il partito comunista cercava in ogni modo
di garantire la sua permanenza al governo, cominciavano a farsi sentire anche in Italia gli echi di quella ôguerra freddaö che avrebbe di l∞ a poco diviso in due blocchi contrapposti i democristiani e i comunisti con i rispettivi alleati. La prima grave
frattura si produsse nel partito socialista, dal quale si staccarono per iniziativa di G. Saragat quanti erano contrari a una intesa con i comunisti (gennaio 1947). Prendendo atto della scissione del partito socialista che modificava i rapporti interni a
i partiti di governo, De Gasperi, rientrato da un viaggio negli S.U.A. dove aveva ricevuto promesse di consistenti aiuti economici, diede le dimissioni e form≥ un nuovo governo (febbraio-maggio 1947) chiaramente a carattere transitorio. Quindi, nel maggi
o, sentendosi sufficientemente forte, decise di liquidare i governi di coalizione con le sinistre aprendo la stagione dei governi di centrodestra con un gabinetto nel quale entrarono esponenti liberali e repubblicani come Einaudi e Sforza. Il 1░ maggio 1
947 in Sicilia, a Portella della Ginestra, la banda di S. Giuliano comp∞ una strage contro contadini inermi, nel quadro della lotta delle forze moderate contro la sinistra e delle ormai moribonde velleitα del movimento separatista siciliano.\par
Il 22 d
icembre 1947 lÆAssemblea costituente, che era stata presieduta prima dal socialista Saragat poi dal comunista Terracini, approv≥ con 453 voti a favore e 62 contrari il testo della nuova costituzione repubblicana, che entr≥ in vigore il 1░ gennaio 1948. N
ei suoi contenuti essa fu il frutto dellÆincontro fra i principi generali del liberalismo democratico e le istanze sociali avanzate dalle grandi forze popolari della sinistra e della Democrazia cristiana: infatti i ôdiritti di libertαö vennero posti a fo
ndamento di una concezione che si allargava al riconoscimento dei ôdiritti socialiö, nella consapevolezza storica del nuovo peso acquistato dalle masse lavoratrici. Una volta varata, la costituzione rest≥ per molti anni disattesa nelle sue parti pi∙ inno
vative per la resistenza delle forze conservatrici.\par
La divisione sempre pi∙ netta dellÆEuropa in due sfere di influenza ebbe importanti conseguenze sulla politica interna italiana. LÆopinione pubblica si trov≥ spaccata in due campi contrapposti: la
